Vetri stratificati: Livelli di Protezione

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I vetri stratificati di sicurezza (UNI EN ISO 12543 – UNI EN 12600) consentono diversi livelli di protezione delle persone grazie agli intercalari plastici.vetrata rotta.png

Lo scopo di un vetro antiferita o anticaduta è evitare che le schegge si stacchino dalla lastra (protezione antinfortunio) o che un corpo umano possa passare attraverso il vetro (protezione anti-caduta nel vuoto).
I vetri stratificati utilizzati come parapetti devono avere caratteristiche di resistenza superiori ai vetri antiferita e devono essere in grado, in caso di urto accidentale, di trattenere una persona evitandone la caduta nel vuoto.
La norma che definisce il corretto vetro da utilizzare in funzione dell’istallazione è la UNI 7697:2015 “Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie”.
Prevenzione degli infortuni
Quando si parla di impatto umano contro una vetrata, il carico da considerare è quello che una persona può sviluppare involontariamente in un urto accidentale con la lastra. Proprio l’accezione del termine “accidentale” rende complesso quantificare il carico che va considerato. L’unica conclusione certa che se ne trae è che l’impatto è relativo ad un corpo semi rigido che agisce su un’area relativamente ridotta. La durata dell’azione del carico dovrebbe essere breve anche se di difficile quantificazione.

Vetri stratificati antivandalismo e antieffrazione (UNI EN 356) proteggono contro il lancio di pietre, piccoli atti di vandalismo, aggressioni di breve durata. I vetri anticrimine proteggono anche contro il furto organizzato e contro aggressioni ripetute e premeditate. Queste tipologie, hanno la funzione di ritardare al massimo l’intrusione e di dissuadere gli aggressori. Il livello di protezione dipende dallo spessore del vetro e dai polimeri utilizzati nella composizione del vetro stratificato. La prova definita come prova di “caduta da corpo duro – UNI EN 356” risulta superata se una sfera di acciaio con un diametro di 100 mm ed una massa di 4,11 Kg, dopo essere caduta per tre volte  al centro del vetro di prova, non passa attraverso il vetro.
Tabella per la classificazione dei vetri stratificati resistenti ai colpi di sfera – EN 356:

classi resistenza anticrimine

Una seconda prova che simula l’apertura di un foro tale da permettere il passaggio di una persona o di attrezzi particolari, consiste nel verificare il comportamento del vetro stratificato all’impatto di martello e ascia dove si richiedono un minimo numero di colpi stabilito per creare un’apertura di 400 x 400 mm. Dopo l’intervento del martello si utilizza l’ascia contando il numero di colpi necessari ad effettuare una completa penetrazione dell’utensile. In funzione dei colpi necessari si classifica il vetro.
Tabella per la classificazione dei vetri stratificati resistenti alla prova dell’ascia – EN 356:

classi resistenza anticrimine 2attenzione 1

I vetri stratificati antiproiettile (UNI EN 1063) sono concepiti per resistere ad un determinato numero di impatti di pallottole di armi da fuoco usando, per la classificazione, munizioni di diverso tipo. Il livello di protezione dipende dallo spessore del vetro e dai polimeri utilizzati nella composizione del vetro stratificato.
I test richiedono campioni di una particolare misura ed armi e munizioni specifiche selezionate come rappresentative per una particolare categoria di armi da fuoco. Le normative definiscono anche le modalità di prova (ad esempio numero di colpi per ogni campione e dove devono essere diretti).

antiproiettile.pngLe armi selezionate per i test variano da comuni pistole di varia potenza a fucili militari e da caccia. La definizione della potenza delle armi rappresenta la base per il sistema di classificazione secondo il quale i vetri antiproiettile vengono testati.
Il criterio di classificazione si fonda su due caratteristiche principali. La prima: il vetro non deve lasciar passare il proiettile. D’altro canto l’impatto col proiettile può far staccare delle schegge di vetro dal lato opposto della lastra, le quali possono essere proiettate con una forza considerevole e provocare ferite a persone poste in prossimità del vetro. La seconda: è definita dalla natura dei frammenti proiettati dalla faccia opposta del vetro. Esso definisce due categorie:
• Nessuna scheggia(NS). Non ci sono frammenti rilasciati dalla superficie opposta da quella d’impatto. Questo significa che la parte retrostante della vetrata è rimasta integra.
• Schegge consentite(S). Qualunque quantità di schegge è accettata.

antiproiettile TABELLA.png

L’installazione di un vetro antiproiettile richiede che anche il telaio sia resistente allo stesso modo alle armi da fuoco: sebbene ciò appaia ovvio, viene talvolta trascurato.
Bisogna inoltre evitare che si possano creare con facilità aperture attraverso le quali la protezione antiproiettile possa essere bypassata.